Felix close to a Black Hole

Acrylic on Canvas 210 x 160, 2022

Felix close to a Black Hole, Felix si storpia, risucchiato dalla curvatura spazio-temporale. Felix è l’Avatar di noi stessi; noi, che rimaniamo inghiottiti da una metaverso illusorio e irraggiungibile, in una realtà che non esiste ma c’è, oppure che c’è ma non esiste. Oppure che c’è, esiste, ma è teorica, indeterminata. È, l’ “Oltre-verso”, pura finzione o la fine del divenire concreto dell’uomo? Oppure è la concretizzazione di una realtà immaginaria, fantascientifica, che muove l’uomo verso un futuro impensabile? Oppure è, ancora, la dichiarazione ufficiale dell’uomo che rinuncia definitivamente a se stesso, stanco della banalità che vede mentre vive nella sua vita reale, e cerca allora altre coscienze, seppur fittizie? L’uomo che si deforma, come Felix, ci riporta ad un’immagine di Kafkiana memoria, oppure ci rimanda all’idea di un futuro in cui “distorcersi” significa “sopravvivere?
Nel viaggio dell’incontro fra fisica e filosofia possiamo affermare che il Buco Nero rappresenta l’extrema-ratio del paradosso, laddove forse Fisica Classica e Fisica Quantistica potranno ritrovarsi e dove per il momento le loro divergenze sono estreme. Al livello subatomico la realtà è caotica, indeterminata, probabilistica: in piccole scale una frenetica e ininterrotta serie di fluttuazioni quantistiche rende la struttura dello spazio-tempo irregolare, discontinua, simile ad una schiuma in perenne ebollizione. Certo, potremmo lasciare le cose come stanno: Fisica Quantistica e Relatività generale non si incontrano. E cosa vieterebbe appunto di accettare le cose così, continuando ad avere due diverse descrizioni di realtà fisica a seconda di quale sia la dimensione della scala considerata? Il discorso potrebbe filare, ma non laddove entra in gioco la gravità, proprio come nel Buco Nero. La Gravità, che, per quanto ne sappiamo, è un fenomeno universale. Ma così non sembrerebbe. Il Buco Nero, essendo un corpo con un campo gravitazionale così intenso da rappresentare un vero e proprio collasso della gravità stessa ed essendo questo collasso tendente ad un punto infinito chiamato singolarità, ha caratteristiche sconosciute alla Relatività generale, e per questo diventa l’estremo esempio dell’ attitudine paradossale della realtà. Tutto ciò che si avvicina al Buco Nero non può sfuggirgli, che sia essa massa o energia: esse si curvano, si storpiano, pure il tempo inizia a scandirsi sempre più lentamente e più si avvicinano all’orizzonte degli eventi più si deformano, fino ad essere risucchiati in un mondo che non restituirà più indietro nulla. Quello che accade nel Buco Nero è matematicamente paradossale per la Relatività Generale: essa non ne può matematicamente sostenere le implicazioni. Paradosso. Ancora lui. Ancora una volta. E se fosse davvero il paradosso la spiegazione a tutto? Se fosse la contraddizione al senso comune, alla logica, il vero senso della vita? Se fosse quello che è considerato invalido e ragionevolmente incorretto a dover essere accettato senza se e senza ma?
Dal punto di vista psicologico è anche la stessa realtà che ci storpia, a noi, come individui. La vita ci forgia, ci cambia, come fa il Buco Nero nell’Universo con quello che ha attorno. Ci deforma a tal punto da avere l’impressione di perdere la nostra naturale identità e man mano che progrediamo, come se ci avvicinassimo ad un Buco Nero, ci sformiamo, diventiamo forse diversi, meno colorati. Perdiamo il nostro colore originario, ci sbiadiamo come i panni in lavatrice all’ennesimo lavaggio, come se ad ogni centrifuga il nostro io fosse un indumento che diventa sempre più sgualcito, fino ad essere uno straccio. La realtà ci risucchia, nei suoi ritmi frenetici, ci impone strutture, sovrastrutture, etichette, ci porta a stereotiparci e facendo questo inganna la nostra natura e quello per cui siamo nati. E per questo allora cerchiamo nuove coscienze, pure immaginarie, nuovi antidoti che possono salvarci dalla banalità che non accettiamo e che è la banalità che ci siamo scelti non affrontando noi stessi come esseri profondi.

Date:
Tags: