Liquefying

Acrylic on Canvas, 2022

Liquefying, Zigmut Bauman sosteneva che il passaggio dalla Modernità alla Post-Modernità fosse stato segnato da un cambiamento epocale, quello che dal “solido”, costituito da istituzioni durevoli, stabili e da valori tradizionali, portava al “liquido”, in cui andava man mano scomparendo l’assunzione di valori assoluti e certezze consolidate. La società aveva iniziato a liquefarsi, a trasformarsi in una realtà in cui “L’incertezza diventa l’unica certezza”. Oggi questo processo non è scomparso, anzi, è come se la società si stesse sciogliendo sempre di più; insomma, dobbiamo liquefarci per stare al passo coi tempi e per sopravvivere alla stessa “liquidità”. Perché tutti noi ci troviamo combattuti tra l’ineluttabilità di un tale processo e la sfida di farne parte: essere moderni significa “essere in divenire”, perché l’unica costante rimane sempre il cambiamento. Dal punto di vista individuale e non sociologico invece il liquefarsi di Felix ha a che fare con la volontà e la determinazione di diventare sé stessi, per dirla con Nietzsche. In un epoca di cambiamento e in cui lo stereotipo ha perso il suo carattere istituzionale, scegliersi diventa non solo possibilità ma anche un dovere per l’uomo. L’ essere umani, per ricostruirsi, ha prima bisogno di sciogliersi, un pò come se buttasse via i vestiti che non gli vanno più bene e decidesse di fondersi, come un metallo, diventare liquido, perdere la forma che aveva, per poi ricompattarsi nella sagoma a lui ritenuta più congeniale e più simile a ciò che davvero si sente. Essere è scegliere e scegliersi. Non esiste altro modo di vivere se non quello di scegliersi completamente, giorno dopo giorni, in questa libertà che ha la forma della più grande forza e la forma della più grande condanna: un uomo che non sceglie, non è. Libertà e scelta sono atti di esistenza.

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